E' un carico di responsabilità misto a impulso stimolante quello che ti colpisce, o almeno almeno dovrebbe, quando ti capita di vedere una personale di un'artista che prima così poco conoscevi, ma che in realtà è un alumni della stessa istituzione che stai frequentando, e per di più da cui ti stai per laureare, in quel momento. Una responsabilità perchè il confronto è alto, il rischio di non reggere il paragone evidente e il testimone da portare in questa staffetta pesante. Ma è e deve essere soprattutto stimolo che spinge a dare sempre il meglio in ogni piccola occasione quotidiana che ci viene per permetterci di esprimere il nostro pensiero, magari spesso contrastante da quello del giorno o minuto o secondo prima, le nostre sensazioni, le nostre paure e anche le nostre gioie. Si tratta di accettare di avere una sensibilità e che ci sono dei giorni bellissimi che vanno raccontati tanto quanto quelli bruttissimi. Non dovrebbe causare timore l'esprimere il nostro stato d'animo e cosa lo ha causato e i pensieri, le riflessioni che solleviamo al riguardo. Non dovrebbe esserci la paura di esporre quello che proviamo per paura di essere attaccati proprio in quel punto dalle frustrazioni ed invidie altrui. No all'omologazione pure dei sentimenti, senza entrare nel politico, ma riprendendo le parole di Antonio Gramsci, "Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza."
Scegliamoci attentamente chi vogliamo eleggere a nostri Maestri, non accontentiamoci del visto e piaciuto.
Organizziamoci e uniamo le forze per cambiare quello che non ci piace, partendo dal microcosmo della nostra famiglia, del nostro circolo di amici, da noi stessi.
Agitiamoci e concediamoci la libertà di agitarci quanto vogliamo, ogni giorno.
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